Prepararsi e preparare la visitazione dello Spirito Santo- #Apostolo Beniamino Cascio
DOMENICA 12 MAGGIO:
CELEBRAZIONE ALLE 17:30 PER EVITARE DISAGI LEGATI AL TRANSITO DEL GIRO D’ITALIA DA PRATO.
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Desidero sottolineare che il viaggio in Israele si svolgerà tra il 13 ed il 18 ottobre 2019, durante la festa delle capanne e ci sarà in quei giorni un corteo per le strade di Gerusalemme in cui saranno rappresentate diverse nazioni. La festa è stata istituita per ricordare il tempo del deserto dopo la liberazione dall’Egitto: un tempo in cui Dio si è preso cura del Suo popolo, per quarant’anni, in modo soprannaturale. Tutto quello che necessitava loro era quotidianamente provveduto direttamente da Dio.
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Una chiesa o un credente, chiunque ami Dio, ma non riceve visitazioni dello Spirito Santo è un religioso e vive, come tale, una vita “normale”. Ho detto che il popolo di Israele ha camminato per quaranta anni nel deserto e voglio ricordare che la guida non era Mosè, ma la nuvola del Signore che lo “tratteneva” nella tenda e parlava con Mosè. Quando Mosè era nella tenda, lo Spirito di Dio diceva al Suo servo tutto quello che avrebbe dovuto fare. In questo senso, Mosè era un mero esecutore che aveva da fare quello che gli veniva detto di fare e ripetere quello che gli veniva detto. Quanta potenza divina si manifesterebbe se ci fossero discepoli che hanno un rapporto così con lo Spirito Santo! Da persone così dipende la visitazione dello Spirito Santo nella chiesa!
L’ultima mia predicazione terminava con II Corinzi 3:18 che ci parla dell’essere trasformati di gloria in gloria. La prima cosa da fare è la contemplazione a faccia scoperta, ma cosa contempliamo? Gesù, la Sua vita, la Sua parola e qui contemplare vuol dire ammirare, stupirsi, guardare con desiderio il modo in cui Gesù ha operato. Quando ascoltiamo la voce di Gesù leggendo i Vangeli, riusciamo ancora a restare stupiti dalle Sue parole? I soldati che erano andati per arrestarLo erano rimasti a bocca aperta per le Sue parole: meravigliati dall’autorità che derivava dalla piena consapevolezza che ogni parola che pronunciava veniva da Dio Padre. Quei soldati restano meravigliati dal modo in cui Gesù parlava, ma io e te siamo chiamati a vivere e a parlare così come parlava Lui. Questo ci vuol dire il passo di II Corinzi 3:18. Ci vuol dire che l’intimità e il rapporto che abbiamo con lo Spirito del Signore può farci crescere, di gloria in gloria.
Attenzione, la gloria di Dio serve a cambiare le persone attorno a noi!
Abbiamo parlato di visitazione dello Spirito, ma cosa intendiamo?
Per visitazione intendiamo una straordinaria presenza dello Spirito santo, ma anche una vera invasione, “spargimento”. In Atti 2, Pietro cita il profeta Gioele a proposito del parlare nuove lingue e la Bibbia ci dice che in quel giorno lo Spirito Santo fu “sparso”. La predicazione di Pietro, in quel giorno era stata molto “dura”, ma tutti furono compunti nel cuore proprio per opera dello Spirito Santo. Ecco perché è importante che tutto quello che facciamo lo facciamo “con” lo Spirito Santo, perché – come abbiamo sentito predicare – Gesù stesso, senza lo Spirito Santo, era il figlio del falegname e così lo vedevano quelli di Nazzareth.
Perché questa mattina vi sto parlando di visitazione dello Spirito Santo? Perché abbiamo ricevuto una parola profetica a proposito della potente visitazione che Dio ha preparato per la Toscana e dobbiamo “attivare” questa parola profetica!
Dio visiterà i nostri territori, ma la differenza se essere immersi in questa invasione dello Spirito Santo o meno la facciamo noi.
Nella Scrittura ci sono due persone molto anziane che io considero degli eroi. Due persone che hanno messo tutte le loro aspettative in Dio. Simeone ed Anna servivano nel tempio con preghiere e digiuni del continuo e quando Simeone vede e tiene in braccio Gesù ancora bambino, Lo riconosce. Giovanni battista ha potuto “indicare” chi era il redentore, ma prima di Lui proprio Simeone ed Anna lo hanno riconosciuto. Molti non riconoscono la visitazione e la rigettano, ma cosa dice Simeone? Parla del bambino come della “luce per tutte le genti”: che grande rivelazione che ha avuto!
Cito questi due anziani perché sono due persone che hanno fatto della preghiera il loro campo di battaglia. Dalla tua preghiera personale e dagli appuntamenti di preghiera dipende la visitazione dello Spirito Santo.
Visitazione significa anche apparizione e in questo tempo – in cui sto ascoltando testimonianze fortissime di conversioni di terroristi che vengono “visitati” nel sogno da Dio stesso – sto realizzando quanto sia stata importante per produrre questa visitazione di Dio la preghiera e l’intercessione di molti che, da decenni, stanno intercedendo espressamente per i luoghi in cui quei terroristi vivono ed operano.
Gli Atti ci riportano che perfino l’ombra di Pietro procurava guarigione e questo perché quando sei ripieno di Spirito Santo anche la tua ombra porta con sé la potenza di Dio! Non era l’ombra in sé, ma la pienezza di Spirito!
L’unzione su Eliseo era talmente forte che perfino le sue ossa procurarono la resurrezione di un uomo seppellito accanto a lui!
E noi?
Quando lo Spirito Santo fa una visitazione, quel territorio viene rivoluzionato.
Esodo 3:16 ci riporta le parole di Dio che, rispondendo alle grida e alle preghiere continue che il popolo levava a Dio (Esodo 2:23), visita il popolo. Io credo che tra quelli che gridavano ci fossero anche i genitori di Mosè e voglio dire ai genitori che stanno pregando per i propri figli di non stancarsi, ma di perseverare nella preghiera, perché prima o poi essa ottiene la risposta divina e quando essa arriva, viene una visitazione.
Il grido è dunque la prima cosa e poi Dio “vede” e si prende cura di chi ha gridato.
Al verso 24 di Esodo 2 leggiamo che Dio interviene e al capitolo 3, dal verso 1, troviamo il nome di colui che Dio stesso aveva preparato per porre in atto il proprio intervento.
Quanta speranza e aspettativa ho di vedere che venga l’ora di tanti Mosè qui in mezzo a noi!
Un altro esempio lo ritroviamo in Atti 10, allorquando c’era il dubbio sulla redenzione dei gentili. C’era questo rischio in effetti, perché se nessuno avesse riconosciuto che la salvezza era anche per i gentili, la chiesa di allora avrebbe alzato dei muri, delle regole, che avrebbero escluso i gentili dalla chiamata a salvezza per la quale Dio aveva mandato Gesù.
In Atti 10, dal verso 1, leggiamo di Cornelio, un gentile, che come tale non aveva diritto di far parte, essere “aggiunto” alla chiesa che in quel tempo era fatta da giudei o comunque da persone che avevano ricevuto la circoncisione. Questa era la regola del tempo, ma Cornelio era un romano che pregava del continuo Dio. Secondo la regola dell’epoca, però, essendo un gentile, la salvezza non era anche per lui: c’erano certi muri religiosi che dovevano ancora crollare. Ecco che Dio doveva smontare tutto questo e Dio gli manda un angelo (proprio perché quest’uomo stava pregando, gridava a Dio chiedendo ragione di quella esclusione). Quel grido viene ascoltato da Dio che vede e si prende cura. L’Angelo dice espressamente a Cornelio che erano state le sue preghiere e le sue “offerte” a salire davanti a Dio come una ricordanza. La coppa era piena di quelle preghiere e Dio interviene.
Quindi c’è il GRIDO, c’è Dio che VEDE e c’è l’INTERVENTO di Dio.
Stiamo pregando per la nostra città? O stiamo continuando a cantare “finché la barca va”? Stiamo facendo salire a Dio un grido o stiamo lasciando che tutto rimanga sotto il dominio delle tenebre?
Il fatto che le compassioni di Dio si rinnovano ogni giorno, significa anche che Dio cerca ogni giorno qualcuno che possa portare la manifestazione dello Spirito santo!
Io voglio pregare per le autorità, ma voglio soprattutto gridare a Dio per la salvezza di questo territorio perché Dio ode il grido, vede e si prende cura.
La preghiera di Cornelio è una preghiera che apre la porta della salvezza ai gentili. Dio gli porta Pietro e quando questi arriva da Cornelio riconosce che stava accadendo qualcosa che veniva da Dio, qualcosa che era nuova per i giudei e in che modo opera Dio in quel momento? Riempie la casa di Cornelio di Spirito santo, così come aveva riempito di Spirito santo il luogo in cui, a Pentecoste, i centoventi erano riuniti.
Le religioni mettono muri, decidono per la salvezza, ma Gesù non è venuto a fare un club di salvati, ma per essere luce delle genti e salvezza per i popoli, come aveva detto Simeone.
In Esodo 4, vediamo come l’intervento di Dio attraverso Mosè viene accompagnato da segni (il bastone che diventa serpente, ecc.), ma in Marco 16:17 scopriamo che anche noi abbiamo ricevuto quegli stessi segni e la domanda è: hai creduto che Dio sta chiamando te per santificare questo territorio?!
In Atti 15, dal verso 13, leggiamo le parole di Giacomo che racconta della visitazione di Dio tra i gentili e dice che questo si accordava con le parole del profeta (Amos 9:11-12). Qual è lo scopo della visitazione nel nostro territorio? La salvezza.