I vari tipi i di preghiera I #Apostolo Beniamino Cascio
Prima di andare verso la Parola, invito i Pastori Giovanni e Marta per ascoltare da loro quello che hanno vissuto al Winter Camp che si è concluso la scorsa settimana.
“Chiamo qui i ragazzi che sono stati al Winter Camp, perché voglio che la chiesa veda i ragazzi e le ragazze che si sono spesi perché tutto andasse bene, impegnandosi senza risparmiare energie e nel fare questo, nel farveli vedere, voglio onorarli e benedirli.
Quanto all’argomento delritiro, abbiamo affrontato il tema del “kairos”: una delle parole con cui nella Bibbia viene tradotto “tempo” e che rappresenta le stagioni in cui si sperimenta il compimento di ciò che Dio ha progettato per quel tempo. È un tema importante, che è stato trattato da diversi oratori con grande profondità e voglio ricordare che la Bibbia ci ricorda come, negli ultimi tempi, siamo chiamati a riscattare tutte le occasioni che Dio ci mette davanti”.
(Past. Marta e Giovanni)
Riprendiamo I Pietro 4, dal verso 7, che ci rivolge una esortazione alla preghiera, anzi alle preghiere e questo ci fa comprendere che ce ne sono di diversi tipi.
Quando parliamo di preghiera, non parliamo di un atteggiamento di supplica o di religioso raccoglimento fatto di parole “recitate”. La Bibbia mai parla di preghiera recitata, ma ci esorta a dedicarsi alla preghiera. Anche quando Gesù ha insegnato il Padre Nostro, non ha dettato “il testo” di una preghiera da ripetere di continuo. Per Dio, la preghiera è un dialogo: essa è incontrare Dio e quando incontriamo una persona è abbastanza strano esordire con qualcosa recitato a memoria: Dio non si aspetta che andiamo a Lui per farGli vedere che abbiamo imparato una specie di poesia! Non è attraverso il recitare una preghiera che avviene qualcosa!
Se – come abbiamo detto – la fine di tutte le cose è vicina (come scriveva già Pietro) e siamo chiamati a sobrietà e ad essere vigili, dedicandoci alle preghiere, dobbiamo chiederci cosa significhi questo “dedicarsi alle preghiere”. È forse sinonimo di “santificarsi”? È un modo di ottenere la salvezza? No di certo! Le preghiere servono per stare alla presenza di Dio e conoscere quello che Lui ha preparato per questi tempi e viverli.
In Efesini 6, dal verso 18, troviamo conferma di ciò. Anche Paolo parla di preghiere, adoperando quindi il plurale.
Quando manchi di vegliare e pregare, manchi di fare ciò che ti serve per cogliere il tempo del compimento di quello che Dio ha preparato e dei Suoi piani. Quando Dio appare ad Abramo, già novantanovenne, in un momento in cui questi non stava vegliando e aveva cercato da sé l’adempimento di ciò che Dio gli aveva promesso, Dio in qualche modo lo “riprende” e gli dice “cammina alla mia presenza” (Genesi 17). Cosa vuol dire “camminare faccia a faccia”? Vuol dire camminare compiendo passi di fede, guardando sempre avanti, senza volgere lo sguardo indietro e nel farlo avere davanti a noi la faccia di Dio.
Dopo la “riprensione” – chiamiamola pure “esortazione” – Abramo si prostra ad adorare Dio e questi gli ripete le promesse facendogli comprendere come avrebbe dovuto spendere il suo tempo di adorazione e preghiera.
Abramo si era “distratto”, si era accontentato di quello che il compromesso gli aveva procurato, ma la sua fede “provata” nella richiesta del sacrificio di Isacco, lo porta a ricevere la grande conferma di tutte le promesse che aveva ricevuto e lo fa diventare il padre della fede che noi conosciamo. L’uomo che rimette nelle mani di Dio ciò che Dio stesso gli aveva promesso e procurato: il figlio Isacco e nel farlo riceve la moltiplicazione di quella paternità.
Quando metti nelle mani di Dio quello che hai e che sei, Dio farà di quello Gli stai dando, la Sua potenza nella tua vita.
Ecco che la preghiera è la risposta alla chiamata del padre che ci vuole alla Sua presenza.
Per ogni passo di fede che faremo, Dio ha preparato quest’anno delle cose stupende. Il Signore ci ha comandato di annunciare il Vangelo, ma non dobbiamo testimoniare il nostro essere evangelici, ma il Vangelo! Come facciamo? Stando alla presenza di Dio! Perché quando stiamo alla Sua presenza diventiamo un canale perché essa si possa manifestare attorno a noi!
Molti dimenticano di pregare, appoggiandosi sulla propria conoscenza. È accaduto a Giosuè, che pure sapeva quanto fosse importante cercare la presenza di Dio e che lo aveva sperimentato fin da quando serviva Mosè. La preghiera non è un’abitudine, ma un motivo di gioia quotidiana per un incontro personale con Dio: quando preghi sei nello Spirito e incontri Dio come il vero adoratore che lo adora in spirito e verità.
Torniamo a Giosuè e vediamo quello che accade, in Giosuè 9, dal verso 14. Gli uomini presero le provviste, ma non consultarono l’Eterno. L’inganno che i gabaoniti avevano perpetrato inducendo il popolo di Israele a tenerli nel proprio territorio, non restò senza conseguenze ed esse si manifestano al tempo di Davide e Dio stesso glielo rivela spiegandogli che Saul aveva cercato di rompere il patto che era stato fatto con i gabaoniti. Giosuè dimentica di consultare l’Eterno e questo porta conseguenze terribili.
Comprendiamo quanto sia importante, in preghiera, ricevere direzione direttamente da Dio?
In Esodo 33, dal verso 14 leggiamo le parole di Mosè a cui non basta l’angelo, ma chiede espressamente la presenza di Dio, senza la quale non si sarebbe mosso: questo è quello che dobbiamo fare! Noi siamo chiamati a fare la differenza, facendo conoscere chi sia Dio e quale sia la Sua volontà, ma per farlo dobbiamo porci in ascolto della Sua voce, in preghiera, stando alla Sua presenza!
Attorno a noi, le persone conoscono un Dio giudice, ma Gesù è venuto a farci conoscere il Dio Padre che ci ama alla follia! Dio non ha fatto l’inferno per l’uomo, ma per i demoni e per tutto il regno delle tenebre. Quando Dio ha messo l’uomo sulla terra, l’inferno era già e ci stava il diavolo. Per noi, fin dall’origine, c’era un luogo inimmaginabile: il Paradiso. Nel Paradiso, sei presente con Dio sempre e in qualche modo la preghiera è anticipazione di questa condizione in cui ci sei tu e c’è Dio, lì con te.
Durante l’adorazione, riflettevo sul fatto che spesso i nostri pensieri ci scoraggiano, ci mettono stanchezza, oppressione ed ansia e questo, miei cari, è perché non cerchiamo abbastanza la Sua presenza! Spesso ci distraiamo e facciamo entrare pensieri permettendo a tutto ciò che ci circonda di trasmetterci pensieri che ci appesantiscono e non ci permettono di “volare”: pensieri che ci tengono a terra. Ecco, devi decidere di ricevere i pensieri di Dio: quei pensieri di pace di cui parla Isaia. Pensieri di pace per darci un futuro ed una speranza. Dio vuole che riempiamo la nostra mente con i Suoi pensieri, ma per farlo devi stare con Lui, dialogando con Lui, lodando il Suo nome, adorandoLo. Oppure, semplicemente, restando in ascolto della Sua voce che è continua ma che richiede il nostro ascolto. Spesso ci affatichiamo, facciamo tante cose e non vediamo il risultato… A me, come ho raccontato altre volte, è capitato di sfogarmi con Dio perché non vedevo il frutto della mia fatica e ricordo che la risposta che Dio mi ha dato è venuta, dopo il mio “sfogo”, nel mio silenzio, facendomi conoscere il Suo amore verso di me. Quanto è importante scoprire lo specifico pensiero che Dio ha verso ciascuno di noi! Ed è una cosa che si scopre solo amando la presenza di Dio.
In Esodo 33:11 leggiamo che Mosè parlava con Dio “faccia a faccia”: chi sono quelli che si cercano faccia a faccia? Gli innamorati si cercano faccia a faccia. Quando vuoi toccare il cuore di una persona, la guardi negli occhi ed ecco, dobbiamo guardare Gesù, autore e compitore della nostra fede, stando caccia a faccia con Lui. È stupendo fare questo, perché nel farlo viviamo le Sue passioni, i Suoi sogni e sentiamo la Sua misericordia. In quel momento, non abbiamo bisogno di altro: è qualcosa che ci soddisfa integralmente…
Tutti quanti abbiamo bisogno di appartarci con Dio.
Quando Mosè si appartava nella tenda di convegno, la nuvola si poneva davanti la tenda e non si levava finché tutto quello che Dio aveva da dire non era stato detto e ricevuto da Mosè.
Giovanni 15, dal verso 14, ci parla dell’essere amici di Gesù: cosa serve per essere chiamati amici? Serve conoscere (ricevere rivelazione) le cose che Gesù ha udito dal Padre e come si fa a conoscerle se non stando alla presenza dello Spirito Santo?
Ci sono vari tipi di preghiera a seconda delle situazioni e dei bisogni. Li elencheremo e li affronteremo nel dettaglio nel corso delle prossime domeniche.
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C’è la preghiera della fede: quella che cambia le cose;
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digiuno e preghiera;
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preghiera d’impegno e consacrazione;
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supplica;
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intercessione;
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preghiera d’ accordo
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preghiera di corpo della chiesa;
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preghiera dello spirito;
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preghiera creativa
Il modo in cui opererà Dio quest’anno è attraverso la tua preghiera.
Siamo nel 2019 ed il 9 ci riporta al compimento della preghiera. Questo è il tempo della preghiera, questo deve essere un anno di preghiera ed è attraverso essa che riceveremo ogni cosa. Concludo con due versetti che ci riportano al numero 9 e lo pongono in relazione con il tempo della preghiera: Atti 10:3 ed Atti 3:1.