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La Chiesa Vittoriosa parte 2 #Apostolo Beniamino Cascio

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La Chiesa Vittoriosa parte 2

 

Oggi facciamo precedere alla ministrazione della Parola la testimonianza del miracolo che Dio ha operato su Matteo.
Il 6 dicembre Matteo ha avuto una crisi epilettica. Tre anni fa aveva avuto la prima crisi e i dottori avevano detto che era una infermitàdovuta ad una cisti al cervello, lunico modo per non farle venire più sarebbe stato un intervento che, però, il neorochirurgo ci sconsigliava perché questa cisti era localizzata in un punto del cervello molto delicato e di difficile accesso. Infatti, era molto rischioso toccare la parte motoria destra di Matteo perché si rischiava di provocare una paralisi. Per questo motivo, hanno preferito controllare le crisi con il farmaco e tenerla sotto controllo. Matteo non aveva una vita normale e purtroppo lui non si sentiva un bambino normale proprio perché, in qualsiasi momento, poteva avere una crisi. Io avevo sempre rifiutato l’infermità e avevo dichiarato la sua guarigione.
Per me, quella del 6 dicembre è stata la prima volta in cui ero presente durante una crisi. É stato brutto, ma in quel momento ho dichiarato la sua guarigione e nello stesso giorno Dio mi ha rivelato che la nostra battaglia iniziava quel giorno.
Il privilegio di essere figli di Dio è però quello di sapere che nella battaglia abbiamo la vittoria. Io ho consacrato Matteo a Dio, come Suo figlio, sin dalla sua nascita e so che lui è il compimento di una promessa di Dio e questo ho ricordato in preghiera a Dio.
In questi tre anni ho pregato per una guarigione senza intervento, perché la zona su cui operare era troppo delicata. Dopo la crisi del 6 dicembre, i dottori hanno detto che l’intervento era la sola alternativa, in quanto la massa tumorale era cresciuta e stava interessando sempre di più zone delicate del cervello.
Ho pregato in questi tre mesi, abbiamo fatto cinque risonanze in meno di trenta giorni. Moltissimi esami per capire esattamente dove fosse localizzato il tumore. L’intervento era ad alto rischio perché la massa era localizzata in una zona che controlla la parte destra del corpo. Le analisi erano finalizzate a cercare di fare meno danno possibile. Togliere tutta la massa significava rimuovere una parte che lo avrebbe lasciato senza l’uso della mano destra , mentre la soluzione conservativa delle sue capacità di movimento non era definitiva, e con buone probabilità saremmo dovuti ricorrere ad un ulteriore intervento.
Quando mi hanno prospettato queste cose ho detto ai dottori che credo in Dio e che sarebbe andato tutto bene e che anche loro erano nelle mani di Dio.
Sin dalla crisi del 6 dicembre, ho avuto in cuore di chiedere il sostegno in preghiera della chiesa. Una settimana prima dell’intervento, la pastora Marta ha coinvolto nella preghiera tutte le cellule della chiesa in una intensa settimana di preghiera e digiuno. L’intervento è durato sette ore e mezzo, ma io – in tutta sincerità – devo dire che “riposavo” nella certezza che tutto sarebbe andato bene. In questi mesi, mai ho visto mio figlio in un “dopo” diverso da quello che Dio mi aveva promesso.
Alla fine dell’intervento, quando il medico è uscito dalla sala operatoria per comunicarci l’esito, abbiamo saputo che contro ogni previsione, erano riusciti a rimuovere tutta la massa senza toccare le zone sensibili del cervello. In un secondo momento, dopo che Matteo era stato riportato in camera, lo stesso staff medico è tornato a controllare le sue condizioni per verificare le sue capacità di movimento, e miracolosamente Matteo è stato da subito in grado di muovere tutto il suo corpo e parlare. Ecco, in quel momento ho ringraziato Dio perché adesso anche loro sapevano che Lui è grande.
Il giorno dopo si è presentato da noi il fisioterapista, perché credevano Matteo avesse bisogno di terapia per recuperare la mobilità degli arti, ma no, il dottore ha dovuto constatare che il suo intervento non era necessario, perché Matteo era perfetto. Di lì a poco è venuta da me la neurologa, che gonfia di soddisfazione, mi ha riferito che durante l’intervento, quando hanno aperto la testa di mio figlio, la massa non era localizzata dove le 5 risonanze avevano evidenziato.
Voglio incoraggiare le mamme perché siamo l’autorità per benedire i nostri figli e voglio ringraziare, con l’Apostolo e la Pastora Maria, tutta la chiesa che ci ha sostenuto in preghiera”“. (Rozangela)
*
Questo è l’ambiente in cui la chiesa si deve muovere: il soprannaturale che attesta la presenza di Dio. Dove Dio è presente c’è la Sua potenza e misericordia con segni, prodigi e miracoli.
Voglio proseguire sul tema della chiesa vittoriosa, sul cristianesimo efficace.
In Italia tutti hanno ricevuto la tradizione religiosa di un cristianesimo senza potenza. Noi però non vogliamo seguire tradizioni religiose prive della gloria di Dio manifestata: vogliamo vivere una chiesa vittoriosa, che cammina nel soprannaturale.
La chiesa del Signore gesù Cristo ha come fondamento la dottrina di Cristo, senza la quale non abbiamo né il Padre, né il Figlio.
Dobbiamo mettere bene le nostre basi, le aspettative  e speranze su ciò che la dottrina di Cristo ci fa conoscere: il ravvedimento, la fede, i battesimi, i giudizi, l’imposizione delle mani e la resurrezione dei morti.
Non si tratta solo di un insegnamento formale e teologico, perché chi riceve questa dottrina diventa figlio di Dio. La salvezza è la prima esperienza di chi riceve la dottrina. Dopo di questo, il credente deve camminare costruendo la propria vita basandosi su questa dottrina.
Tutti quelli che conoscono e camminano nella dottrina di cristo sono cristiani, nostri fratelli.
La seconda cosa fondamentale è come cammina la chiesa, come si muove.
Gli Atti degli apostoli ci fanno vedere come si muoveva la prima chiesa: la chiesa modello che aveva come emblema più forte la presenza di Dio.
Attraverso cosa la vediamo?
Attraverso i segni, prodigi e miracoli che vivevano ogni giorno dopo avere insegnato la dottrina di Cristo.
Atti 2:42-43
Essi erano perseveranti nel seguire l’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere. 43 Ed erano tutti presi da timore; e molti segni e miracoli si facevano per mano degli apostoli.
La dottrina di Cristo ci porta a riconoscere i fratelli e sorelle e quindi ad amarci: il primo amore è per Dio, ma il secondo amore è per quelli che hanno creduto, come me, in Cristo Gesù. L’altro amore è verso il mondo, quando annunciamo il Vangelo. Attenzione alla priorità: la prima cosa è l’amore per Dio, in forza del quale dobbiamo studiarci di cercare la Sua faccia.
Nella prima chiesa, gli apostoli stavano ogni giorno alla presenza di Dio ed è un esempio, questo, che ci deve spronare sempre più per vedere di più! Spesso diciamo di aver fede, ma la fede in Dio fa venire fuori la potenza di Dio.
Atti 2:43 ci parla degli esiti di ciò che viene descritto nei versi precedenti.
Uno dei discepoli che, ricevendo ogni giorno l’insegnamento, stava crescendo nel servizio d’amore e nel vedere miracoli, era Filippo ed in Atti 8:5-8, lo troviamo in Samaria, dove era in corso una persecuzione.
Era accaduto che gli apostoli erano talmente ripieni e felici di quello che vivevano a Gerusalemme che non volevano andare via, anche se il mandato era quello di predicare il Vangelo “ad ogni creatura”. Dio ha mostrato tutto il proprio dolore permettendo che Gesù fosse crocifisso sulla croce per vedere la nostra salvezza: per vederci strappati dalla morte e dall’inferno, ma proprio per questo è necessario ubbidire al mandato di “andare” a predicare, per amore il Vangelo. È questo il momento in cui i segni ci accompagneranno: quando stiamo ubbidendo al mandato di Gesù!
Cacciare i demoni è dominare, imporre le mani per guarire gli infermi è dominare: vivere nel trionfo!
Torniamo ad Atti 8:5-8
Or Filippo discese nella città di Samaria e predicò loro Cristo. 6 E le folle, con una sola mente, prestavano attenzione alle cose dette da Filippo, udendo e vedendo i miracoli che egli faceva. 7 Gli spiriti immondi infatti uscivano da molti indemoniati, gridando ad alta voce; e molti paralitici e zoppi erano guariti. 8 E vi fu grande gioia in quella città.
Le persone non sanno di aver “bisogno” di ravvedimento per essere salvati. Non si tratta di predicare un giudizio, ma la via per la salvezza da quel giudizio!
Le folle seguivano Filippo perché predicava Cristo essendo confermato da Dio attraverso i miracoli: questa è una cosa che Dio vuole fare ancora, lo ha detto espressamente!
“Vi fu grande gioia…”: questo è quello che porta il miracolo!
Ai versi successivi, leggiamo altre cose importanti. Leggiamo che in quella città era in auge un certo Simone, mago di grande fama, ma “abusivo”, ingannatore come tutti i maghi. Ma come possiamo dimostrare che i maghi sono ingannatori se la chiesa non scende sul campo?
Or in quella città vi era da tempo un uomo di nome Simone, il quale esercitava le arti magiche e faceva stupire la gente di Samaria, spacciandosi per un grande uomo. 10 E tutti, dal maggiore al minore, gli davano ascolto, dicendo: «Costui è la grande potenza di Dio». 11 E gli davano ascolto, perché già da molto tempo li aveva fatti strabiliare con le sue arti magiche.
Al verso 10, leggiamo che il mago veniva chiamato “…la grande potenza di Dio…” e ancora oggi molte persone cercano la potenza del soprannaturale tra i maghi, perché sono gli unici che parlano di soprannaturale al giorno d’oggi. Le persone pagano, si indebitano pur di vedere una risposta soprannaturale. E la chiesa? Cosa fa? Dove è la chiesa che ha la dottrina di Cristo?
Il verso 12 contiene un “però”: siamo noi quel “però”, la chiesa è il “però” di chi annunzia la Buona Novella e perfino il mago Simone credette e fu battezzato e da quel momento stette con Filippo, rimanendo “stupito” da quel che vedeva, dai miracoli veri.
Quando però credettero a Filippo, che annunziava la buona novella delle cose concernenti il regno di Dio e il nome di Gesù Cristo, uomini e donne si fecero battezzare. 13 Anche Simone credette e, dopo essere stato battezzato, stava del continuo con Filippo; e, vedendo le potenti operazioni e i segni che erano fatti, ne rimaneva stupito.
La verità “stupisce” e quando c’è, si vede: non è un insieme di parole.
La società di oggi deve vedere la potenza del soprannaturale attraverso la chiesa.
Ecco, se la chiesa non sta facendo più di chi inganna la gente, stiamo vivendo un cristianesimo inefficace: dobbiamo portare attorno a noi lo stupore che deve accompagnare la Chiesa di Cristo! La chiesa che ha il compito divino di annunciare la salvezza che è arrivata a noi a tutti gli altrti. Tutto ciò si fa con lo Spirito Santo, quello che Gesù stesso ha annunciato come quello che ci avrebbe guidati, portandoci le parole del Padre e le opere potenti che possiamo compiere con la Sua unzione.
La chiesa che ha il fondamento di Cristo vive nel soprannaturale ed è ripiena di unzione e di potenza divina.

 

Redazione a cura di Fabio Pecoraro

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