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Dall’integrità all’irreprensibilità in Cristo #Apostolo Beniamino Cascio

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Dall’integrità all’irreprensibilità in Cristo

 

Isaia 61:1-3

«Lo Spirito del Signore, di Dio, è su di me, perché il Signore mi ha unto per recare una buona notizia agli umili; mi ha inviato per fasciare quelli che hanno il cuore spezzato, per proclamare la libertà a quelli che sono schiavi, l’apertura del carcere ai prigionieri, per proclamare l’anno di grazia del Signore, il giorno di vendetta del nostro Dio; per consolare tutti quelli che sono afflitti; per mettere, per dare agli afflitti di *Sion un diadema invece di cenere, olio di gioia invece di dolore, il mantello di lode invece di uno spirito abbattuto, affinché siano chiamati querce di giustizia, la piantagione del Signore per mostrare la sua gloria

L’olio rappresenta l’unzione che scorre dove c’è gioia ed essa non è altro che la consapevolezza di essere alla presenza di Dio, dove non manca nulla. Il passo parla anche del manto della lode, dato in luogo dello spirito abbattuto. Il manto rappresenta l’autorità che, oggi, è sulla chiesa: il manto della lode!
Cos’è che ha dato forza a Gesù nel momento della croce? La gioia che gli era posta davanti Gli ha permesso di sopportare la croce: la salvezza di noi tutti! In quel momento, Gesù non è stato dominato dal dolore, perché quella gioia ha dominato sul dolore.
Quando riceviamo una bella notizia e ci sentiamo pieni di gioia, ci sentiamo più forti e non avvertiamo i dolori che pure avremmo. Ecco perché è bene affrontare le cose, anche le notizie non buone, con la gioia che abbiamo in Cristo. Chi sceglie di rimanere triste, ci fa dispiacere, ma a maggior ragione dobbiamo esortare costoro ad essere pieni di gioia!

Genesi 17:1

«Quando *Abramo ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: «Io sono il Dio onnipotente; cammina alla mia presenza e sii integro

L’Eterno appare ad Abramo e gli dà l’ordine di camminare, da integro, alla Sua presenza.
Integrità non è perfezione, ma fedeltà di cuore.
Il Signore vuole portarci dalla integrità alla irreprensibilità, facendo un lavoro completo.
Abbiamo detto che la nostra natura rigenerata è posizionalmente santa, ma abbiamo detto che la santificazione è anche progressiva e per questo parliamo di integrità.
Un figlio che desidera fare la volontà del padre è integro. Forse sbaglierà, ma Dio lo rialzerà.
L’irreprensibilità è il raggiungimento della perfezione a cui Dio vuole portarci chiamandoci a camminare, da integri, alla Sua presenza, partecipando all’opera di Dio con tutto il nostro cuore.
Dio riparerà ai nostri errori, ma vuole che camminiamo con Lui. Dio non si aspetta che non falliamo, ma che camminiamo in modo integro alla Sua presenza.
Abramo, dopo aver ricevuto la promessa da Dio, si era fatto una strada propria, per arrivare a ciò che Dio gli aveva promesso e questo aveva portato alla nascita di Ismaele, che non era figlio di sua moglie. Ma il patto non passava, nella volontà di Dio, dalla strada che Abramo aveva fatto per se stesso. Dio non poteva permettere che l’eredità passasse su qualcuno che non rientrava nel patto ed è per questo che Dio ha dovuto riprendere Abramo esortandolo alla integrità.
Anche noi siamo esposti al rischio di non camminare con Dio, smettendo di credere alla parola che Lui ci ha dato, specie nei momenti  di difficoltà. L’eredità che Dio ha preparato per noi viene dal camminare alla Sua presenza, dal dare a Lui in modo “totale”, integro, la nostra vita.
Concludiamo con la promessa che leggiamo in I Tessalonicesi 5: 23-24

«Or il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero essere vostro, lo spirito, l’anima e il corpo, sia conservato irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesú Cristo. Fedele è colui che vi chiama, ed egli farà anche questo.»

Dio stesso rende la chiesa, la sposa di Cristo, irreprensibile e senza ruga, perché è fedele!

 

Redazione a cura di Fabio Pecoraro

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