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Chi è il tuo capo #Apostolo Beniamino Cascio

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Chi è il tuo capo

 

Questa mattina, comincerò a presentarvi – anche se non so quanto tempo mi ci vorrà – il mio capo. Chi è il tuo capo? Molte volte, Gesù ha dovuto riprendere persone che lo ascoltavano mettendo le persone davanti a questa domanda. Chi stai servendo? Perché qualcuno, sicuramente, stai servendo. Gesù ha spesso fatto notare, ad esempio, che il servire il dio denaro non è una cosa che si può fare contemporaneamente al servizio a Dio. Ci sono persone che hanno come proprio “capo” la propria realizzazione lavorativa, ma attenzione perché quello che tu servi diventa il tuo padrone. Fin dal principio, quando Dio ha fatto l’uomo ed ha posto accanto all’uomo la donna, li ha benedetti dicendo loro di dominare su tutti gli animali: siate voi il capo di tutte queste cose. Così si esprime Dio stesso in Genesi 1. L’uomo era stato delegato ad essere il capo sulla terra e non la coda! Ma, conosciamo la storia: l’uomo ha preferito sottomettersi alla bugia dell’avversario, piuttosto che credere alla parola che Dio gli aveva dato. Le due cose non dovrebbero neppure essere messe a confronto. Poco importa quanto può essere pesante l’ubbidienza alla parola di Dio, preferite sempre ubbidire ad essa piuttosto che alla bugia del diavolo che può attirare con l’adulazione, ma lo fa per colpirci.
Credendo di credere al serpente, ubbidendo a quello che aveva detto, Adamo – da capo della terra, principe di questo mondo – diventa schiavo dell’avversario, schiavo del peccato. Per questo, Gesù è venuto: per sostituire l’uomo nella condizione di schiavitù e riscattandolo dando se stesso. Così facendo, ci ha rimessi nella posizione che avevamo da principio: la posizione di capo.
Prendiamo I Corinzi 11:3 in cui leggiamo
Voglio però che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, il capo della donna è l’uomo e il capo di Cristo è Dio.
Ogni uomo gridi: il mio capo è Cristo! La seconda parte del versetto sembra sempre indigesta, ma intanto stiamo parlando non dell’uomo in generale, ma del marito che ha, come capo, Cristo. La moglie, attraverso la sottomissione al marito fa arrivare la grazia e la benedizione in tutta la famiglia. È sempre Cristo che deve regnare nella famiglia, ma quale è il compito di un capo? Il capo è quello che deve rispondere anche di ciò che fanno quelli che gli sono sottomessi.
Mi preme ribadire, affinché sempre ce ne ricordiamo, che il capo di ogni uomo deve essere ed è CRISTO.
Il capo è colui che ha autorità e responsabilità di DARE. Al capo è stata data autorità (delegata) per dare alcune cose che possiamo prendere anche dal vocabolario. Il capo deve DARE DIREZIONE: ha il primato di dare agli altri l’esempio, il modello da seguire.
Il capo deve DARE ECCELLENZA: gli altri possono fare qualche errore, ma è il capo che quando vede alcune mancanze è chiamato a sopperire. Tutto quello che manca a te, Cristo – che è il tuo capo – lo ha. Cristo può sopperire alle tue mancanze affinché tu eccella!
Il capo è anche IL PRINCIPIO E LA FINE. Principio da cui partono i comandi, ma anche la fine, il punto in cui le cose vanno a compimento.
Quali sono le cose “spirituali” che un capo fa? Vediamone alcune.
Il capo DA’ COPERTURA.
Il capo DA’ AUTORITA’ E POTENZA.
Il capo DA’ CURA.
Il capo DA’ CORREZIONE (perché i figli possano fare le cose con eccellenza ed escano dall’errore).
Il capo DA’ IDENTITA’.
Il capo DA’ PROVVIDENZA. Se ti ha mandato, sei stato anche provvisto di quello che ti serve.
Infine, il capo TI EQUIPAGGIA. Non sarai mai mandato in missione senza essere stato prima equipaggiato. Sempre, Gesù ha dato ordini con autorità, equipaggiando le persone affinché andassero non a fare semplici “tentativi”, ma perché agissero con fede, sicuri che quello che Gesù aveva detto sarebbe avvenuto.
Abbiamo detto che Cristo è il capo, ma quali sono le Sue funzioni di capo?
Cristo è il capo dell’esercito dell’Eterno, formato dalle schiere degli angeli guerrieri la cui potenza è straordinaria. Pensate che Sodoma e Gomorra sono state distrutte con una potenza che nel naturale è di gran lunga superiore a quella di una deflagrazione nucleare e queste due città sono state distrutte da due angeli.
In Giosuè 5:13-14, leggiamo
Or avvenne che, mentre Giosuè era presso Gerico, alzò gli occhi e guardò, ed ecco un uomo gli stava davanti, con in mano la sua spada sguainata. Giosuè gli andò incontro e gli disse: «Sei tu per noi o per i nostri nemici?». 14 Egli rispose: «No, io sono il capo dell’esercito dell’Eterno; arrivo in questo momento». Allora Giosuè cadde con la faccia a terra, si prostrò e gli disse: «Che cosa vuol dire il mio Signore al suo servo?».
Giosuè si era spaventato nel vedere quell’uomo con la spada sguainata (v. 13), ma egli (ed è Gesù l’Angelo dell’Eterno) gli risponde di essere “il capo dell’Esercito dell’Eterno” che, ovviamente, si muove per ordine dell’Eterno e porta avanti ciò che l’Eterno ha comandato. In quel momento, Giosuè si prostra e chiede cosa volesse dire il Signore al suo servo. Giosuè era un capo, ma non ha fatto della propria posizione un motivo per dominare sugli altri. Non dobbiamo farlo neppure noi, perché dobbiamo rispondere dell’autorità che ci è stata delegata.
Gesù è anche il capo che pascerà il Suo popolo e questo viene detto, in Matteo 2:6, alla nascita.
“E tu, Betlemme terra di Giuda, non sei certo la minima fra i principi di Giuda, perché da te uscirà un capo, che pascerà il mio popolo Israele”»
Notiamo che il verso precedente fa riferimento a ciò che aveva detto il profeta Michea (v. 5). Questi ha parlato della nascita del Salvatore in Michea 5:2 dove vediamo che capo e dominatore hanno lo stesso significato.
«Ma tu, o Betlemme Efratah, anche se sei piccola fra le migliaia di Giuda, da te uscirà per me colui che sarà dominatore in Israele, le cui origini sono dai tempi antichi, dai giorni eterni».
Non parliamo di un dominio temporale ed umano, ma un dominio d’amore che è SERVIZIO.
Quando in Genesi 1:26 leggiamo la parola dominio, stiamo leggendo qualcosa che ha a che fare con un servizio d’amore verso tutta la creazione che è in travaglio. In travaglio nell’attesa della nostra manifestazione: la manifestazione dell’amore di Dio, la Sua giustizia, grazia e misericordia! Come facciamo a nasconderci quando vediamo che la creazione sta gemendo? Il ladro viene per distruggere, ma noi – la chiesa – siamo stati delegati a rappresentare Gesù continuando la Sua opera di salvezza e benedizione!
In Giovanni 10, Gesù parla del pastore che si prende cura delle pecore e cosa fa il pastore? Dà la propria vita per le proprie pecore! Dare la propria vita significa entrare dentro la vita delle pecore, perché come faremmo a curare una persona senza conoscere la vita delle persone? Gesù lo ha fatto, tanto è vero che i discepoli hanno lasciato tutto per seguirLo.
Il pastore “conosce le sue pecore”, le conosce per nome. Conosce ciascuno di noi per nome e il bastone e la verga sono per salvarci dai pericoli o dalle vie sbagliate, ma la prima cosa che Gesù fa è chiamarci per nome. Questo ci parla di un rapporto personale: non puoi credere nel Gesù di un altro: credere ha a che fare con un rapporto personale.
Le pecore, le Sue pecore, “ascoltano la voce del pastore” e quando questo avviene ricevono sicurezza e franchezza. La pecora che ascolta la voce del pastore non ha più alcuna paura.

 

Redazione a cura di Fabio Pecoraro

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